Gli uffici dell’Autorità Idrica Pugliese, nell’espletamento delle proprie funzioni relative al Servizio Idrico Integrato ed attribuite dalla Legge Regionale 30 maggio 2011, n. 9 e successiva modifica Legge Regionale 13 ottobre 2011, n. 27 “Modifiche alla legge regionale 30 maggio 2011, n. 9 (Istituzione dell'Autorità idrica pugliese), hanno redatto ed elaborato il nuovo Piano d’Ambito dell’Ambito Territoriale Ottimale Puglia, adottato nell’ultima seduta del Consiglio Direttivo in data 8 luglio 2021. Dopo che il Piano avrà scontato la procedura di VAS presso la Regione Puglia sarà oggetto di approvazione definitiva dove si terrà conto delle osservazioni mosse dai vari soggetti competenti.
Il Piano è uno strumento di pianificazione aggiornato per potere procedere, quindi, con il nuovo affidamento e governare la pianificazione del Servizio Idrico Integrato nell’ATO Puglia, con un orizzonte temporale di lungo termine.
Il valore degli investimenti programmati fino al 31/12/2045 è di circa 7 miliardi di euro di cui 1 miliardo risulta previsto nell’arco temporale 2020-2023; di questo 400milioni di euro sono coperti con i proventi della tariffa mentre la restante parte rinviene dai fondi di programmazione comunitaria.
Gli obiettivi di tale Piano - nello sviluppo del quale, operando in sinergia con la Regione Puglia, sono state individuate le fonti finanziarie pubbliche finalizzate agli obiettivi di promozione dell’uso sostenibile ed efficiente delle risorse ambientali - sono molteplici e di rilevanza fondamentale per il futuro del Servizio Idrico Integrato in Puglia.
Tra questi i più rilevanti:
- fornire una ricognizione delle fonti di approvvigionamento in Puglia con particolare attenzione sulle risorse idriche disponibili sia superficiali che sotterranee, in funzione anche della sostenibilità ambientale delle stesse;
- aggiornare la ricognizione delle infrastrutture del S.I.I., dei dati inerenti allo stato dei servizi, della capacità produttiva delle strutture esistenti e delle criticità, sulla base dei dati resi disponibili dalla gestione del SI, tenendo conto anche dei recenti indirizzi ed obiettivi definiti da ARERA;
- individuare i fabbisogni e gli obiettivi quantitativi e qualitativi dei servizi;
- omogeneizzare contenuti, criteri di investimento, modalità di rappresentazione dei dati e degli interventi sulla base anche delle indicazioni fornite da ARERA;
- definire gli investimenti effettivamente necessari sul territorio per soddisfare le esigenze degli utenti, superare le emergenze e le criticità che sono tuttora presenti, concorrere, per le proprie competenze, al raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti nei piani sovraordinati, con un limite temporale esteso fino al 31/12/2045;
- dare una precisa indicazione dei criteri prioritari per la realizzazione degli interventi;
- definire i criteri con i quali il Gestore predispone e propone i Programmi degli Interventi quadriennali quali piani attuativi del Piano d’Ambito, necessari in fase di definizione delle strutture tariffarie a completamento dei Piani Economici Finanziari (PEF), e le modalità di controllo degli stessi.
Di notevole importanza sono i risultati raggiunti dall’intensa attività ricognitiva, sviluppata dall’AIP con il supporto di AQP, sulle opere del SII pugliese, le quali constano di un complesso di beni in gestione realizzati in un orizzonte temporale che spazia dalla costruzione del Canale Principale, avvenuta nei primi anni del ‘900 fino all’attualità, attraverso una continua successione di interventi infrastrutturali e di manutenzione in un periodo di oltre un secolo.
Il criterio adottato per la definizione dell’assetto ottimale delle infrastrutture è quello di raggiungere una crescita qualitativa del Servizio Idrico Integrato con la massima economicità ed efficienza. Gli interventi proposti risultano fattibili sotto il profilo tecnico-economico, fermo restando che il giudizio di piena fattibilità contenuto in un atto di pianificazione non implica necessariamente che, in sede di attuazione, l'intervento proposto non abbia necessità di ulteriori analisi e di verifiche. Il compito della pianificazione – volto anche a promuovere la transizione verso un’economia circolare - è infatti quello di individuare gli interventi tecnicamente fattibili e che comportino una ricaduta positiva in termini economici e ambientali complessivi, nonché quello di garantire uno sviluppo equilibrato all’intero territorio e una migliore erogazione dei servizi.
Il Piano si prefigge di raggiungere durante il lungo arco temporale di riferimento, dei livelli di servizio, relativamente ad acquedotto, fognatura e depurazione, che si ritengono necessari per soddisfare l’utenza. Essi fanno riferimento:
- al completamento delle infrastrutture mancanti e/o insufficienti;
- alla qualità dell’acqua distribuita dall’acquedotto e di quella depurata;
- agli standard di qualità ambientale;
- agli standard di servizio all’utenza, in termini di regolarità di erogazione, continuità del servizio;
- ai livelli di mantenimento e/o rinnovo delle infrastrutture esistenti.
È evidente che i livelli di servizio devono avere come riferimento i livelli minimi fissati inderogabilmente dalla normativa vigente. In particolare, sono stati emanati dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), documenti di importanza fondamentale, e al tempo stesso vincolante, riguardanti gli obiettivi di qualità tecnica nel Servizio Idrico Integrato, standard, requisiti, livelli di performance, indicatori, “obiettivi di mantenimento” e “obiettivi di miglioramento”.
Quattro sono i capitoli fondamentali che costituiscono il Piano: ricognizione delle infrastrutture; programma degli interventi; modello gestionale ed organizzativo e piano economico-finanziario.
Grande importanza hanno tutti quegli interventi finalizzati alla riduzione delle perdite anche tramite il monitoraggio di flussi, pressione e parametri di qualità. Fondamentale anche il tema della depurazione: dalla minimizzazione della produzione dei fanghi di depurazione alla loro gestione ottimizzata (mediante le nuove tecnologie proposte, atte al contenimento dei volumi di smaltimento dei fanghi prodotti dalla depurazione), fino all’affinamento dei reflui al fine di consentirne il riutilizzo. Ed ancora attenzione al processo di efficientamento energetico ed al recupero di energia dagli impianti di depurazione caratterizzeranno le linee di intervento. In sintonia con quanto indicato dal “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”, un ruolo primario, dalla fase di progettazione e programmazione alla fase di gestione, sarà rivestito da tutti gli interventi per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.