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Si è svolto venerdì 20 ottobre a Firenze, presso la Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, un importante convegno nazionale a cura di Legambiente sulla depurazione idrica, alla presenza di esperti e tecnici del settore, oltre ad amministratori e ricercatori universitari. Dalle relazioni sono emerse grandi prospettive di sviluppo per il comparto, con interessanti spunti sull’implementazione di nuove tecniche di depurazione e nuove strategie di riciclo dei fanghi derivati.
Sono state tre le sessioni di lavoro sviluppate durante la giornata su “Stato dell’arte e criticità della filiera”, “Il punto di vista dei gestori”, e “Le soluzioni innovative”. Il presidente dell’Autorità Idrica Pugliese Nicola Giorgino è intervenuto nella prima sessione con un focus sulla situazione della depurazione in Puglia.
“Il percorso sinergico avviato ha permesso, dal 2003 ad oggi, di procedere a grandi passi verso la realizzazione di un servizio di depurazione strutturalmente adeguato ed efficiente in tutto il territorio regionale – ha dichiarato nel suo intervento Nicola Giorgino, Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese - con conseguente riduzione degli stress sulle differenti matrici ambientali. Al fine di individuare le azioni correttive effettivamente mirate al conseguimento degli obiettivi, l’Autorità Idrica Pugliese, partendo da un’analisi delle criticità presenti a livelli di singolo impianto, ha identificato gli interventi da inserire nell’attuale ciclo di programmazione ed ha stimato il fabbisogno residuo nonché i nuovi obiettivi da raggiungere nel futuro orizzonte temporale di pianificazione. Si tratta di un percorso ancora in atto ed in evoluzione che troverà compimento in fase di redazione del nuovo Piano d’Ambito”.
“Secondo i dati raccolti da Goletta Verde nel 2016 – ha affermato Giorgio Zampetti, Responsabile Scientifico Nazionale di Legambiente - il 50% dei campioni è risultato con cariche batteriche elevate, specie in prossimità di foci, fossi, canali e come sistema Paese siamo in ritardo colpevole. Questo gap, suggellato da procedure d’infrazione UE già avviate e ben due sentenze della Corte di Giustizia europea già emesse, potrebbe essere trasformato in opportunità per riqualificare o costruire ex novo impianti, facendoli diventare luoghi di produzione. Ricerca e sviluppo di sistemi innovativi di depurazione, maggior diffusione della fitodepurazione, riutilizzo di acque reflue con reinserimento in una catena di valore, possono essere infatti tutti elementi strategici per una nuova economia circolare”.

   

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